Il Superbonus 110% ha rappresentato un incentivo significativo per l’acquisto di immobili, contribuendo a un aumento delle compravendite nel settore. Tuttavia, è importante sottolineare che l’introduzione di una tassazione al 26% sulla plusvalenza derivante dall’immobile che ha usufruito del bonus rappresenta una nuova componente fiscale da considerare a patto che ciò resti confermato. Ciò significa che coloro che traggono profitto dalla vendita di un immobile beneficiato dal Superbonus dovranno pagare una percentuale del guadagno ottenuto. Questa tassazione al 26% è stata implementata dallo Stato, di fatto, come misura per recuperare una parte degli incentivi fiscali forniti attraverso il Superbonus. Pertanto, è fondamentale che i proprietari di immobili interessati da questa normativa siano consapevoli di questa tassazione al fine di pianificare adeguatamente le loro operazioni immobiliari e valutare l’impatto fiscale.
Nell’anno 2023, la detrazione del Superbonus ha subito una drastica riduzione del 90% e a partire dal 1° gennaio del 2024, tale detrazione sarà ancora ulteriormente ridotta al 70%.
Ma resta intenso che dovremo prevedere ulteriori cambiamenti o modifiche di tale misura.
Dato l’interesse è per noi fondamentale, però, affrontare la tematica per comprendere al meglio cosa ci aspetterà nel 2024.
Cosa si intende per plusvalenza?
Sostanzialmente la plusvalenza è il guadagno che ottiene il venditore nel momento in cui cede un immobile ristrutturato e che corrisponde alla differenza tra il valore al quale lo vende e il prezzo d’acquisto aumentato delle spese sostenute per il miglioramento dell’immobile quali: spese notarili, imposte di trascrizione, ipotecaria e catastali e spese di ristrutturazione.
Da queste spese, però, vengono escluse quelle energetiche e sismiche che hanno permesso l’agevolazione al 110%.